lunedì 2 aprile 2012

Past due, una realtà da non sottovalutare

Andrea Pazzaglia - Vice Direttore Generale della Banca della Provincia di Macerata
Dal 1° gennaio sono in vigore nuove regole di segnalazione degli sconfini in Centrale Rischi, ed ogni impresa che gode di credito presso una banca e lo utilizza deve conoscerle.



Che cos’è il Past Due? Una realtà da non sottovalutare, per le sue “tangibili” conseguenze. Vediamo di che cosa si tratta.

Il 31 dicembre scorso è scaduta la deroga temporanea, prevista dalla direttiva di recepimento di Basilea 2, accordata al sistema bancario italiano. Dal primo gennaio 2012, quindi, prende efficacia la nuova regola in tema di segnalazione degli sconfinamenti in Centrale Rischi: le banche dovranno segnalare i crediti scaduti o sconfinati da più di 90 giorni (past due), anziché da più di 180 giorni, secondo quanto stabilito tra le banche centrali dei Paesi del G10 relativo ai requisiti patrimoniali delle banche, cioè dall’accordo Basilea 2. Unica eccezione, almeno per tutto il 2012 e sino all’entrata in vigore della direttiva di recepimento di Basilea 3, prevista per il 1° gennaio 2013, viene riservata alle banche (poche) che utilizzano sistemi di rating interni validati dall’Autorità di vigilanza e limitatamente ai soli portafogli retail, nonché verso EE.PP.; queste potranno segnalare gli sconfini dopo 180 giorni, anzichéi 90 previsti. Un primo chiarimento: la segnalazione si genera solo in presenza di sconfinamenti “continuativi”; l’interruzione dello sconfino, anche per un giorno, determina l’avvio di un nuovo conteggio.
Quale deve considerarsi il fine di questa regola? In buona sostanza, la riduzione dei termini, da 180 a 90 giorni, per le segnalazioni di sconfino in Centrale Rischi ha l’obiettivo di migliorare i processi creditizi, in modo da orientare le scelte di merito nell’erogazione di credito e nel costo da applicare ai  finanziamenti. Un meccanismo che, però, impatta significativamente sia sulle Imprese, che sulle Banche, e cercherò di spiegarne le ragioni.

Gli effetti del Past Due per le imprese
Spesso – sino ad oggi – il Sistema, nell’ambito di un positivo ed elastico rapporto tra banca ed impresa, ha avuto l’inclinazione a tollerare – quasi considerando fisiologiche situazioni tendenti al patologico – posizioni di sconfinamento per lunghi periodi.
Ovviamente stiamo parlando di ipotesi dove prevalgono ragioni di “ordinaria gestione” del rapporto, dove si crede di “possedere” la relazione in termini di conoscenza, di valutazione, di rispondenza, non certo di imprese in stato pre-comatoso.

Oggi le nuove regole di Basilea 2 oggettivizzano invece, in maniera puntuale, che lo sconfinamento oltre 90 giorni deve far considerare l’impresa in stato di difficoltà.
I flussi di ritorno della Centrale Rischi, visibili da parte di tutte le banche che affiancano la singola impresa (o di quelle autorizzate dall’impresa stessa a venirne in possesso, per motivi istruttori), evidenzieranno tali sconfini, determinando nei sistemi di controllo delle banche stesse l’accensione di “alert” con consequenziali:
- difficoltà di accesso a nuove linee di credito e, se concesse, applicazione di condizioni superiori
- applicazione di maggiori costi anche per le linee di credito già godute, causa il “degrado” del merito creditizio evidenziato dal nuovo “status”
- possibile passaggio del rischio ad “incaglio” o, quantomeno, in uno stato di “osservazione”, dove rimarrà posizionato almeno per i sei mesi successivi alla verifica del venir meno dello sconfino
- attivazione di misure atte ad un alleggerimento dell’esposizione e/o ad un riposizionamento del rischio in termini di mitigazione, attraverso l’utilizzo dei più appropriati strumenti .

Solo le condizioni elencate di seguito potranno concorrere, in maniera molto sensibile, ad aiutare le imprese a nonincorrere nelle problematiche previste dal Past Due. Questi elementi sono:
- la corretta gestione nell’utilizzo del credito concesse
- il riuscire ad anticipare le possibili esigenze creditizie, attivandosi per l’ottenimento di adeguate soluzioni finanziarie
- il rappresentare puntualmente alla banca, in sede istruttoria o di revisione, le fasi produttive, commerciali e finanziarie della propria impresa, al fine di valutarne le necessità, cicliche e non cicliche
-l’ottenere, oltre alle necessarie linee di credito, un minimo di elasticità di cassa e, se si negoziano titoli in conto, un adeguato fido per libera disponibilità assegni (sottolineo che la Centrale Rischi opera per saldi liquidi, non contabili, e ogni segnalazione mensile rappresenta l’istantanea “fotografata” dalle banche sugli utilizzi – l’ultimo giorno di ogni mese – del credito concesso)
- l’evitare la concentrazione a fine mese di crediti da smobilizzare e debiti da pagare, cercando invece di scadenzarli in date diverse e lungo tutti i trenta giorni.

Indubbiamente questo “appuntamento” cade in un momento di forte crisi del sistema economico e di sensibile maggiore difficoltà ad accedere al credito, rispetto a prima. Ecco quali sono gli effetti del Past Due per le banche:
Volendo semplificare, possiamo affermare che, per una banca, registrare un deterioramento del proprio portafoglio crediti (ad esempio, tante “nuove” posizioni in stato di difficoltà, a seguito della variazione dei termini di segnalazione degli sconfinamenti) significa dover registrare un maggior assorbimento di capitale, per effetto di un calcolo peggiorativo nella ponderazione dei singoli rapporti deteriorati.
Ciò determina la necessità di un più elevato patrimonio di vigilanza (a fronte, però, della stessa massa di impieghi, ma peggiorati in termini di qualità), che, a sua volta, comporta alla  banca il possedere minori risorse patrimoniali da dedicare agli impieghi.
E’ facile comprendere che potendo impiegare di meno, la banca registrerà una diminuzione della redditività.
Contemporaneamente tale situazione si riverbera sulle imprese, in termini di peggioramento delle condizioni di accesso al credito, sia in senso stretto (costo del denaro o “pricing”), sia in termini di volumi.
In conclusione, al termine di questo flash sul problema e sulle sue implicazioni “tangibili ed immediate”, è necessario che imprese e banche siano vigili e non sottovalutino la questione.

Il consiglio è di anticipare il più possibile, con le proprie banche, un tavolo di analisi della situazione della propria Impresa, supportati in questo anche dal proprio commercialista o consulente, al fine di verificare la eventuale necessità di far ricorso a correttivi che, nel contempo, possano essere d’aiuto sia all’impresa, attraverso  interventi più tecnici e specifici alle proprie esigenze, scongiurando per il seguito le tensioni, che alle banche, per esempio con l’utilizzo di strumenti di mitigazione del rischio, in particolare Consorzi Fidi o Fondo di Garanzia del M.C.C. o operazioni assistite da diversa tipologia di garanzia.
Più sarà qualitativo e franco il colloquio ed il confronto tra impresa e banca, maggiore sarà il grado di comprensione dei problemi e più facile potrà essere la risoluzione dei medesimi.

Per ulteriori informazioni o chiarimenti potete contattare l’Area Crediti della Banca della Provincia di Macerata.

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