Toni Guardiani - Responsabile Area Crediti Banca della Provincia di Macerata |
Il perdurare della crisi finanziaria, iniziata nell'agosto 2007, ha comportato per larga parte del sistema bancario italiano forti tensioni sia sul versante della provvista, sia su quello del capitale.
Le conseguenti difficoltà degli intermediari, in particolare di quelli di maggiore dimensione, hanno fatto sì che, all'aumentato bisogno di ottenere credito da parte dell'imprese, in una fase di piena e profonda crisi economica, non abbia fatto seguito, purtroppo, un proporzionale aumento dei fondi messi a disposizione.
In particolare nell'ultimo trimestre
2011 il Sistema Italia aveva perso credibilità, con forti dubbi a
livello internazionale di tenuta dell'intero sistema finanziario
(rischio default/rimborso) e differenziale dei titoli di stato italiani
con quelli tedeschi alle stelle. Tutto ciò aveva provocato un
forte rialzo del costo del denaro e crisi di fiducia – un default Italia
significherebbeun default banche italiane che detengono grosse quantità
di titoli di stato – nei confronti del sistema bancario italiano a cui,
conseguentemente, è venuto a mancare all'improvviso il sostegno del
circuito finanziario internazionale. A causa di questa crisi di
liquidità, l'approvvigionamento delle grandi banche italiane è potuto
avvenire solo sul mercato interno a costi elevati. In tale contesto
l'intervento della BCE è stato provvidenziale ed ha, di fatto,
scongiurato il totale credit crunch raffreddando, nel contempo, il costo
del denaro.
Al di là delle conseguenze della crisi,
il rapporto che le piccole imprese hanno con il sistema bancario è
oggetto di forti preoccupazioni in seguito all'entrata in vigore anche
delle disposizioni in materia di accantonamenti patrimoniali stabilite
dall'accordo Basilea 2 – 3.
L'applicazione di tali disposizioni ha
contribuito ad un ulteriore rischio di razionamento del credito per le
imprese meno "bancabili" e formalmente con profili di rischio più
elevati, quali tipicamente le nostre piccole imprese.
Per la valutazione del rischio di
credito, le banche utilizzano metodi diversi di calcolo per la sua
determinazione, tenendo conto di diversi indicatori. Gli elementi di
criticità e, di conseguenza, i requisiti richiesti, con riguardo al
credito per le imprese più piccole, sono principalmente riconducibili ai
sistemi di valutazione che ciascuna banca adotta (cosiddetti rating)
che dovrebbero essere trasparentemente comunicati ai clienti.
La logica sottostante al sistema
è semplice: più elevato è il rischio che assume la banca, maggiore
dovrà essere la quota capitale accantonata dalla banca stessa, e quindi
più elevato sarà il tasso applicato al prenditore.
Questo meccanismo, purtroppo,
induce un effetto di carattere restrittivo nei confronti delle imprese,
in particolare le PMI, in quanto i prenditori di minore qualità
creditizia (tipicamente le piccole e medie imprese) rischiano di vedere
peggiorare le condizioni loro praticate e ridurre il credito a loro
destinato.
Ulteriore problema per le PMI è
rappresentato dai supporti informativi disponibili per la valutazione
della rischiosità di una piccola impresa (che nella maggior parte dei
casi presenta un regime contabile semplificato), che non consentono di
potere fare affidamento su di un numero di indicatori sufficientemente
ampio e completo.
Il sistema adottato dalle Banche di
piccole dimensioni, fra le quali è compresa la Banca della Provincia di
Macerata, si articola in diversi moduli in funzione della tipologia di
controparte da valutare, al fine di considerarne le peculiarità
dimensionali e settoriali (modulo imprese, modulo ditte individuali,
modulo imprese agricole, modulo cooperative , ecc.).
Il rating viene estrapolato da un
algoritmo che elabora un mix di informazioni di tipo qualitativo e
quantitativo; la valutazione delle aree quantitative viene effettuata
automaticamente dalla procedura sulla base dei dati di bilancio (aspetto
patrimoniale, finanziario ed economico), centrale rischi (eventuali
anomalie, dimensionamento dei fidi), andamento operativo del rapporto e
analisi settoriale.
La valutazione delle aree
qualitative è invece "guidata" dalla professionalità e dalla conoscenza
diretta dell'impresa richiedente; una banca locale e di piccole
dimensioni sarà sicuramente avvantaggiata in tal senso.
Una recente indagine di
BanKitalia evidenzia come la stretta sull'accesso al credito si sia
concentrata soprattutto sulle grandi aziende, mentre i criteri per
quanto riguarda le imprese di piccole e medie dimensioni sono diventati
effettivamente più severi ma in misura minore.
Per tutto quanto sopra detto, nel
rapporto tra banche e piccole imprese è diventato sempre più importante
il ruolo dei consorzi di garanzia, per assicurare una mitigazione del
rischio ed un minore assorbimento di capitale, a tutto vantaggio di una
più favorevole valutazione della richiesta di affidamento. Nel prossimo
articolo illustreremo più approfonditamente il ruolo dei consorzi di
garanzia e come possono aiutare le PMI ad accedere al credito.
A tal fine la Banca della
Provincia di Macerata ha già in essere diverse convenzioni con le
maggiori cooperative di garanzia del territorio, le quali sono dei veri e
propri intermediari finanziari vigilati dalla Banca d'Italia (Confidi
iscritti all'art. 107 del Testo Unico Bancario) con una solida struttura
di garanzia ed una significativa presenza sul territorio. Esse
sono in grado di offrire ai soci maggiore potere negoziale e miglior
rating per garantire prestiti e finanziamenti alle imprese, oltre alla
possibilità di garantire il credito a breve con un effetto di maggiore
liquidità e minori costi. I Confidi hanno la capacità di rilasciare per i
finanziamenti che verranno concessi ai propri soci/consorziati dalla
Banca, a valere sulle suddette convenzioni, una garanzia personale,
diretta, esplicita, incondizionata, irrevocabile ed escutibile a prima
richiesta, in modo che la stessa possa essere riconosciuta come
strumento di mitigazione del rischio di credito in applicazione delle
regole stabilite dalla convenzione "Basilea 2".
Con la sottoscrizione di queste
convenzioni, le Cooperative, forti di garanzie mutualistiche importanti,
capaci di dialogare alla pari con la Banca (una delle priorità
dell'attuale fase congiunturale), intendono ancor più, attraverso un
rinnovato radicamento territoriale, esprimere la propria vicinanza al
mondo delle imprese.
Parimenti, la Banca della Provincia di
Macerata, attraverso l'accordo, intende offrire i suoi servizi presso i
propri sportelli, e punti finanziari di prossima apertura, localizzati
in tutto il territorio maceratese. Tutto il tessuto imprenditoriale
della Provincia di Macerata, ma anche di Fermo (viste le omogeneità
economiche e culturali con Macerata) potrà quindi utilizzare questo
validissimo strumento di mitigazione del rischio.
Tutto ciò premesso, vediamo in pratica
come si svolge la valutazione di una richiesta di affidamento ed i
requisiti richiesti alle imprese.
Nell'ambito di una valutazione
di una richiesta di affidamento ci sono dei principi guida che vanno,
sostanzialmente, seguiti e che determinano i requisiti fondamentali:
a) frazionamento del rischio;
b) utilizzo di forme tecniche di fido coerenti ed adeguate;
c) valutazione oggettiva del richiedente e delle sue capacità di rimborso;
d) valutazione qualitativa del richiedente.
Il primo punto rappresenta il principio
fondamentale nella gestione dei crediti e tende ad evitare che la Banca
sia eccessivamente esposta nei confronti di un singolo cliente / gruppo /
settore. E' sempre più importante, in particolar modo per realtà
bancarie locali e di piccole dimensioni, erogare credito in maniera
frazionata e di importo contenuto, al fine di diversificare al massimo
gli impieghi ed accogliere un numero maggiore di richieste.
Il secondo punto, invece, si riferisce
alla necessità di utilizzare delle forme tecniche di fido coerenti alle
reali necessità aziendali. Al fine di evitare squilibri tra le fonti di
impiego e di finanziamento, è importante evitare di finanziare
l'acquisto di macchinari o immobili, ad esempio, con linee di credito
ordinarie/correnti (scoperto di conto corrente, smobilizzo crediti
commerciali), che per loro natura devono servire per sostenere le spese
correnti. Gli investimenti devono essere finanziati con linee con più
appropriate, come mutui chirografari e/o ipotecari.
Per il punto c) si andranno a verificare
le capacità di rimborso (produrre flussi di reddito tali da sostituire
nel tempo il debito con capitale proprio), capacità economiche
(fatturato, redditività, prospettive, ecc.), capacità patrimoniali
(livello di capitalizzazione, equilibrio strutturale, ecc.), finanziarie
(gestione finanziaria, liquidità, ciclo monetario, ecc.),
dimensionamento dei fidi/indebitamento e dati certi (corrispondenza con
fidi dichiarati, anomalie, sconfinamenti, garanzie, ecc.). Se già
cliente, si effettua anche un'analisi dell'andamento operativo del
rapporto. Considerata la complessità e quantità delle variabili in
esame, il giudizio finale, ancorchè "oggettivo", non può quindi
prescindere da una valutazione ed un'interpretazione personale degli
organi deliberanti.
Per il punto d) invece risulta
importante acquisire più informazioni possibili in merito al profilo di
Governance dell'impresa, verificare se possono esistere eventuali
problemi di passaggio generazionale, conoscere gli amministratori ed i
soci, ecc. Sempre in tale contesto è fondamentale conoscere e valutare
la situazione complessiva del "profilo rischi" di impresa (immagine,
rischi finanziari, rischio paese per export, ecc.) e del posizionamento
strategico (diversificazione dei prodotti, innovazione, mercato di
riferimento, rapporti con fornitori, ecc.); non ultimo si richiede la
presentazione di un approfondito "business plan" ed una relazione di
presentazione.
In sostanza, la Banca cerca di
valutare l'azienda analizzando il suo merito creditizio, che si
definisce come l'apprezzamento della solvibilità di un debitore. Per il
futuro del nostro paese è necessario difendere proprio le imprese
meritevoli, e cioè quelle che si dimostrano valide e solide. Le banche
devono fare la loro parte erogando credito a queste aziende con una
politica di lungo periodo, sostenendole e rinforzandole, perchè
l'obiettivo comune è sempre la crescita non solo economica, ma anche e
soprattutto sociale e culturale.
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